Press Clipping
08/31/2015
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IN ARRIVO IL CICLONE HONEYBIRD IN CONCERTO ALLA SPIAGGETTA EASY LIVING

Mercoledì 2 settembre a Firenze in concerto Monique from Los Angeles che presenterà il suo ultimo album "Out Comes Woman", qui la nostra intervista

Tra colpi di tosse e esilaranti "Manniaggiammè" inizia l'intervista con Monique Mizrahi aka Honeybird ragazza di origini losangeline, ma naturalizzata romana che con la sua psichedelia tropicale è pronta ad invadere la Spiaggetta sull'Arno mercoledì 2 settembre. Monique con Paola Mirabella e Fedrico Italici ha formato il trio degli Honeybird and the Birdies nel 2007 a Roma realizzando due dischi: "Mixing Berries" e "You Should Reproduce". Adesso Monique torna in Italia per un lungo tour in versione solista. Nella nostra intervista ci racconta cos'è successo negli ultimi tre anni tra trasferimenti oltreoceano alla riceca di nuovi stimoli, il coming out e la nostalgia per l'Italia.

Ciao Monique! L'ultima volta che ti abbiamo intervistata noi di intoscana era il 2012 e tu suonavi sul palco dell'Arezzo Wave in mezzo a scimmioni che saltavano dappertutto, uno show indimenticabile! Cos'hai combinato nel frattempo?
Un sacco di musica questo sicuramente, tanti concerti in Italia e poi il primo aprile mi sono trasferita qua a Brooklyn. Ho proseguito il mio cammino musicale con svariate collaborazioni, nuovi brani. New York è sempre una sfida, è una città tosta ma allo stesso tempo molto stimolante. Qui ho registrato l'album che è uscito a maggio. Questa è la prima volta che torno in Italia da un anno e mezzo quindi è bello e interessante, sono molto felice!

Come mai hai deciso di andare a vivere a New York, quel è stato il motivo principale del tuo trasferimento?
Sentivo di essere arrivata a un punto dove per svariati motivi tra cui anche la situazione in Italia sentivo che era una buona idea per me vedere se c'era un posto che potesse valorizzarmi di più e infatti arrivata qua ho scoperto che era così. Ero un po' giù, mi chiedevo qual era il mio reale valore creativo, in Italia percepivo quasi come una depressione collettiva ma non ci volevo credere perchè io sono molto ottimista. Volevo comunque proseguire, comunque fare musica, comunque girare. Però la situazione iniziava a pesarmi tanto e dicevo okay ho fatto tanti tentativi, penso che sia arrivato il momento di cambiare. Da un sacco di tempo pensavo "un giorno sarò pronta per New York", poi se ero pronta o meno non lo so, però ho pensato perché no! Poi qui ho anche un legame con la mia famiglia, mio fratello vive qui, mio nonno è nato qui, mia mamma è del Bronx. Avevo una carissima amica che mi ha detto: perché non vieni un po', prova. In realtà consideravo anche altri posti, ero alla ricerca. Non volevo lasciare Roma, l'Italia, ma allo stesso tempo sentivo che era importante per me ampliare il mio punto di vista. Alla fine ho fatto un salto, un tuffo nell'ignoto perché non sapevo minimamente come sarebbe stato.

Ma il gruppo Honeybird and the birdies ha perso Paola e Federico, come avete affrontato questa separazione?
Io sono venuta a New York con l'idea di continuare insieme e registrare qui l'album di cui stavamo già parlando da tempo. Poi purtroppo a causa della distanza nel corso del tempo era diventato tutto più complicato. Per cui da settembre Honeybird è diventato un progetto solista perché nonostante la voglia di continuare a suonare e collaborare insieme non c'era la possibilità. Per me è stato un po' complicato perché nel 2002 a Roma avevo ideato il progetto Honeybird, poi nel 2007 con Paola abbiamo fondato Honeybird and the Birdies quindi per me è stato un po' un cambio di identità. Volevo anche cambiare nome ma poi ho pensato che non aveva senso perché ero io che facevo i brani e ero la leader della band.

Chi ti accompagnerà nel tour italiano?
Sarà molto curioso venire in Italia perché suonerò con dei musicisti che conosco da prima e che stimo tantissimo: Gigi Funcis, Gioele Pagliaccia, Valentina Bellanova che si sono resi disponibili per me. Con loro avevo già fatto dei concerti prima di andare via dall'Italia e quindi non vedo l'ora di fare queste date con loro. Loro conoscono bene la mia musica e anche parte del mio crescere al di là del trio.

Nella data fiorentina suonerà con voi anche Alberto Mariotti aka King of the Opera, giusto?
Guarda gli ho mandato dei brani e lui ha risposto oggi dicendo: okay ci sto lavorando! Sono molto felice perché lo stimo molto e penso che ci divertiremo tantissimo, perché anche se siamo diversi lui ha quel lato oscuro e quella voce particolare. Una volta abbiamo collaborato al Capanno Black Out di Prato e c'era un bel feeling musicale quindi mi è venuto in mente di scrivergli. Sarà molto interessante!

Passiamo a parlare del tuo nuovo disco "Out Comes Woman", possiamo dire che è una dichiarazione pubblica della tua bisessualità?
Venire a vivere a New York mi ha dato coraggio, dopo 14 anni in Italia sono venuta qui e mi sono detta: ammazza! Quanto c'è di integrazione, di accettazione. Sicuramente ci sono problemi anche qui però è diverso. Per esempio c'è un centro LGBT nel West Village sulla Tredicesima strada che è enorme, c'è la bandiera arcobaleno più grande che io abbia mai visto e addirittura quando prendo la Subway c'è la fermata che dice LGBT Center, cioè sto impazzendo! A Roma non c'era nulla di tutto questo, per carità c'è il Circolo Mario Mieli, e anche altre cose ma qui è tutto talmente grande che mi ha fatto sentire che non ero da sola, che potevo avvicinarmi. Per tantissimi anni un po' negavo, un po' non sentivo che era importante, forse mi vergognavo. Qui ho deciso un anno fa di fare un counseling per parlarne. Non ne avevo mai parlato seriamente. Dopo di che mi hanno detto di un gruppo bisessuale che si raduna due volte al mese dove si chiacchiera, si parla ed è stato bellissimo. Adesso faccio parte di questa comunità ed è bello sapere di non essere l'unica che si identifica come bisessuale.

C'è qualcosa che ti manca dell'Italia?
Non so da che parte iniziare! Io direi l'approccio alla vita quotidiana, il sole, il supplì, il pomodoro, le olive, gli amici, la famiglia, tantissime cose! C'è qualcosa di bellissimo in Italia, cose che apprezzerò ancora di più dopo il tour. Il calore, ecco sicuramente. Per un periodo quando sono arrivata qui a New York ho baciato tutti sulle guance, sicuramente gli immigrati quando sono arrivati qua dall'Italia cento anni fa baciavano sulle guance le persone. Allora ogni tanto cerco ancora di farlo perché è bello, ma questa è una cosa che non si fa qua. Questa cosa del calore umano è tenera, è bella. Adesso c'è un piccolissimo gattino qui con cui sto giocando e questo non mi capita spesso. Questi momenti di...

In Italia si dice le "coccole"!
Esattamente!
Allora a Firenze cercheremo di coccolarti il più possibile!